Il Codega, colui che illumina la via

Katia Bonesso - Il Codega - VeniceToVenice - accompagnatrice - guida ambientale escursionistica -

Il Codega, mestiere d’altri tempi. Chiudiamo gli occhi e immergiamoci in una Venezia del ‘400 e pensiamo a quanto difficile poteva essere muoversi di notte nei dedali di calli, callette e campielli veneziani, dove l’oscurità ne faceva da padrona.

Katia Bonesso - Il Codega - VeniceToVenice - accompagnatrice turistica - guida ambientale escursionisticaIntorno al 1450, con l’aumento delle continue aggressioni notturne, degli omicidi e anche delle burlate nei confronti di nobili veneziani, il governo e il Doge dell’epoca cercano una soluzione, emanando un importante provvedimento. Nelle uscite notturne, si rendeva obbligatorio l’uso di un lume, si creò così inconsapevolmente un mestiere dal grande fascino: IL CODEGA colui che accompagna illuminando  la via.

Gli attrezzi del mestiere? Una lampada ed un ombrello all’occasione se pioveva.

Il Codega lavorava di notte attendendo fuori dai teatri, dai caffè, dai ridotti e altri luoghi pubblici, facoltosi veneziani insieme alle loro cortigiane da accompagnare a casa reggendo il moccolo, ovvero la lanterna; ed è proprio così che a Venezia nasce la figura del ‘terzo incomodo’.

Una professione chiaramente scomparsa ma che ci aiuta ad immaginare una Venezia ancora più suggestiva, dove ogni angolo ci riserva sempre qualcosa di bello da scoprire, soprattutto dalle antiche professioni come questa.

Nel 1732 Il Consiglio dei X fece installare lanterne ad olio nelle zone principali della città.

Nel 1843 arriva a Venezia quello che chiamavano “il sole della notte”, l’illuminazione a Gas.

Dal 1922 la Municipalità riconvertì tutte le lampade alimentate a gas ad energia elettrica.

E’ bello pensare che dei 1700 Codega, che contrastavano il buio e l’oscurità di Venezia, oggi il loro nome rappresenta una Manifestazione internazionale che premia i progetti e le soluzioni di illuminazione più innovative: Il Codega Award.

Vivere il ritratto di Venezia

Vivere il ritratto di Venezia quella che “aspetti”, quella che il tuo immaginario storico, i ritratti, i dipinti, le rievocazioni storiche ti fanno immaginare. Vivere il ritratto di Venezia con un emozionante percorso tra storia, immagine e poesia. Oliver A. insieme al fratello Nils, portano in questo cortometraggio una visione della Venezia inedita che tutti vorremmo vedere.

La realtà del visitatore

Sicuramente affascinante, agli occhi del visitatore Venezia in realtà non fornisce subito tutto questo scenario empatico ed emotivo. Al tuo arrivo la stazione ferroviaria, il piazzale Roma, la folla, il traffico di imbarcazioni nel Canal grande ti danno un senso che qualcosa stia mancando e che il percorso dei secoli e sicuramente degli ultimi decenni sta oscurando qualcosa.

E via… seguendo il flusso, hai timore di perderti, calli e callette rappresentano un pericolo, un timore ed una paura che sia troppo complesso, che ci si perda, che alla fine non possa uscire da questo dedalo.

La soluzione è semplice, mi accodo nel torpedone turistico della Strada Nova, dove in ogni angolo trovo le facili e rassicuranti indicazioni ‘Rialto’ e ‘San Marco’, perchè signori, alla fine un turista che pensa di visitare venezia, vuole vedere questi due simboli.

Ed il torpedone si snoda attraverso una via intrisa di attività commerciali che ben poco, oltre alla forma, hanno a che vedere con la ‘Vera Venezia’, con ristoranti che propongono menù improbabili a costi altrettanto improbabili, con negozi che immolano questa Venezia alla più articolata struttura commerciale a cielo aperto esistente.

La curiosità, l’enfasi di vivere questa tanto declamata città dei Dogi, del Canaletto, dei fasti, impatta con la fatica, con la confusione, con un crescente distacco dai valori veri che può esprimere. Che trova sicuramente massima realizzazione nel poter ammmirare Rialto, opera magnifica e San Marco, una delle più belle piazze al mondo. Appagato.

La giornata scorre, qualche gadget in acquisto, molti selfie ed i relativi post nei social , e la giornata trova sicuramente la sua realizzazione.  Ed al ritorno sfoggerai orgoglioso la mappa della città ‘pesciforme’ e decanterai il tragitto, quello che hai visto dicendo che… bello, si. Molto bello. Punto.

 

Com’è possibile ri – vivere il ritratto di Venezia?

Vivere il ritratto di Venezia - Katia
Vivere il ritratto di Venezia – Katia

Già, quanto lo splendido ritratto al centro di questo articolo può essere vissuto? Colori, odori, sapori, ambienti, dettagli, vita, lavoro, squèri, scalmi, remi, tessiture, abiti, pescatori, narrazioni, detti popolari…

Cose che non puoi tracciare su una mappa, che non descrivi con un selfie, che non decanti con un gadget. Una testimonianza interna che si scolpisce nei tuoi ricordi, che ti arricchisce e che ti rapisce. Come gli spledidi 3’34” del cortometraggio abbozzano.

E per questo Katia ti saprà aiutare, ti dedicherà il giusto tempo, ti farà vivere e toccare con mano le sue esperienze e ti condurrà in un percorso affascinante che lascerà in te un sapore di scoperta, un appetito di conoscenza che ti porterà sicuramente la voglia di tornare non più da turista ma da viaggiatore.

Esprimi il tuo desirerio, confida le tue idee di viaggiatore, lascia un messaggio e troveremo assieme la giusta soluzione per  vivere, da protagonista, questo splendido ritratto di Venezia.