I pozzi di Venezia, un patrimonio immenso, sembrano oggi monumenti in disuso, magari qualche volta anche un pò ingombranti all’interno delle corti, campi e campielli.
Decorati o meno, generalmente con le effigi del Leone di San Marco ‘inmoèca’, o con bassorilievi, rappresentano dei monoliti che hanno tracciato la storia, la vita, i legami e gli interessi di questa parte rilevante del territorio, di Venezia e della terraferma.
Più di 1700, sono i pozzi di Venezia, tanti sono censiti. Elementi fondamentali per la Serenissima, indispensabile fonte di vita per una popolazione che aveva scelto inizialmente come luogo di rifugio quello di vivere in mezzo alla laguna, in un ambiente difficile in cui sopravvivere.
Siamo il laguna, in mezzo al mare e la fonte idrica fondamentale per l’uomo non era disponibile in queste condizioni; le isole, non erano allora il luogo migliore per fissare la propria dimora. Ma l’ingegno volle che attraverso scoline, cavità, filtri naturali, si sfruttasse l’acqua piovana per avere acqua potabile.
L’ingegnosità di quella popolazione ha portato l’introduzione di questa soluzione ove il vivere in isola diventava pure un luogo possibile, comodo e protetto. E da questo l’espansione continua del territorio, perchè il pozzo diventava oggetto di sussistenza ed attorno ad esso si svilupparono intere comunità.
I pozzi di Venezia rappresentano una concentrazione di interessi e di attività che coinvolgevamo l’intero campo o campiello in cui si trovava, e legava fortemente l’attività di persone e interessi sia nell’edificazione urbana, che nelle attività di terraferma.
Un ciclo vitale continuo ed inarrestabile, fonte di lavoro e sviluppo di tutto il territorio che oggi resta come un grandioso ricordo con… 1700 testimoni.
Molti sono gli aneddoti ad esso legati, curiosa e sorprendente la sua struttura, la costruzione, la manutenzione e la sua funzionalità.
Un patrimonio immenso, di grande bellezza che va valorizzato e fatto conoscere.